Società di Altabrina
Nelle Terre Spezzate c’è chi dubita che
Altabrina sia davvero un unico Principato. I suoi abitanti, fieri e selvaggi paiono a chi li incontra uomini liberi e senza signori. Ma, nel corso dei secoli, coloro che ricordano la Storia hanno imparato a comprendere la forte coesione interna di questo popolo e a temerne il terribile slancio collettivo. Il territorio del Principato non è spartito tra potenti Nobili, ma diviso tra sette antichi Clan che custodiscono gelosamente le proprie zone di caccia e approvvigionamento. Il più influente e rispettato di questi è il “Primo tra i Clan” e, per ora, questa posizione è ricoperta dalla tribù dei
Figli del Falco. I rapporti tra le Tribù sono mutevoli e non è raro che sfocino in scontri e contese. In genere però le periodiche riunioni dei Capiclan bastano a dirimere tali diatribe, grazie anche all’opera degli
sciamani dei Clan che sovente fungono da mediatori, sostenendo la necessità di coesione del popolo brinnico. I membri di un clan sono in genere sparsi per tutte le terre che gli appartengono e, se sono in grado di portare le armi sono chiamati “
Guerrieri”. I guerrieri di una tribù svolgono tutte le attività necessarie al sostentamento proprio e dei familiari, dalla caccia alla pesca, alla guerra ove necessario.
La coltivazione della terra non è considerata attività degna di chi può portare le armi, così esclusivamente gli uomini più deboli svolgono tale opera. Non esiste alcun tipo di organizzazione all’interno del Clan se non che l’individuo più rispettato ne è il Capo e gli altri membri importanti portano il titolo di Alfieri e hanno il dovere di mantenere la pace nella tribù. I Capiclan sono sempre scelti all’interno delle famiglie più ricche, più forti e più in vista della tribù e non è raro che il figlio di un Capo divenga Capo a propria volta. È compito degli anziani giudicare chi sarà la futura guida, e le parentele sono sempre tenute in considerazione nella scelta. Diversamente il titolo di Alfiere non è ereditario e bisogna conquistarselo con la ricchezza o le imprese compiute. Gli Alfieri, per rendere nota la propria posizione hanno il diritto di portare, dipinto sullo scudo o altrove, l’animale totem del proprio Clan, gli altri guerrieri ne possono portare esclusivamente delle parti come le corna, i denti, la pelle o le piume. È noto infatti che ciascuna tribù prende il nome dal proprio totem ed è dalla conquista di Altabrina da parte delle popolazioni pitte che i Clan mantengono lo stesso animale come simbolo. Oltre al bisogno di cibo non vi sono molte altre necessità che richiedano di essere soddisfatte. Così del benessere spirituale e della cura delle ferite e delle malattie si occupano le medesime persone: gli
Sciamani. D’altronde, da secoli, i sacerdoti dell’Antica Religione sono maestri della conoscenza delle erbe, oltre che ministri del culto. Ad Altabrina infatti l’adorazione degli Spiriti di Tutte le Cose mantiene intatta tutta la sua forza e i cuori dei suoi abitanti, in particolare quelli del
Popolo dipinto, battono all’unisono con il respiro della madre terra.
Figure particolari sono pure i famosi
Cantori delle Nevi, donne e uomini dotati del “Dono” di suscitare le più forti emozioni nel cuore degli uomini con il solo potere della voce. Essi svolgono la funzione di ricordare ai Brinnici, in assenza di qualsiasi documento scritto, il loro passato e di comunicargli le novità del mondo. Sono tra coloro che più frequentemente viaggiano per le Terre Spezzate e non è raro che conoscano anche qualche storia delle lontane terre del sud.
Per quel che riguarda l’abbigliamento, gli abitanti di Altabrina sono oggetto di scherno in tutte le terre calde per la loro abitudine di vestirsi di rozze pelli e pesanti stoffe grezze. Tale convinzione è alimentata dall’osservazione che, al sud, i Brinnici sono spesso poco vestiti a causa del caldo per loro opprimente. Monili ed orpelli sono spesso, secondo i costumi brinnici, ricavati da ossa, denti o corna di animali e creature selvagge o magiche, a volte arricchiti con semplici lavorazioni in oro. Molto diffusi sono inoltre gli amuleti portafortuna ricavati con pietre dure trovate sulle montagne e nel letto dei fiumi, o intagliati nel legno con motivi tribali, i talismani così ricavati vengono benedetti dagli
sciamani e sono indossati dai
guerrieri del Clan o regalati a donne e fanciulli quale simbolo di protezione. Indossare gioielli ed usare oggetti provenienti dal sud è quasi sempre indice di spacconeria ed arroganza, solo per un brinnico che abbia viaggiato a lungo o che si sia conquistato tali doni da uno straniero questa usanza è accettabile. Perciò i
Cantori delle Nevi più di ogni altro figlio di Altabrina sono soliti adornarsi o fare sfoggio di rarità esotiche.
Le feste brinniche sono una tradizione secolare onorata da tutti i Clan con canti, danze, musica e libagioni; le celebrazioni sono sempre di carattere religioso, ma per i figli di Altabrina devoti dell’Antico Culto festeggiare per intere notti i patti con gli spiriti significa anche e soprattutto divertirsi, mangiare prelibata selvaggina, bere forti distillati di erbe, bacche e radici, ed abbandonarsi alla musica dei Cantori o ai potenti effetti spirituali dei preparati sciamanici.
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[1] "
- ^ sostiere Ser Pinco Pallino, cavaliere valniano